Una Birra Fuori Porta
Un pizzico di cultura, ottimi piatti sapientemente cucinati e per finire, birra eccezionale.
Questi sono stati i tre ingredienti che hanno caratterizzato l’evento di Domenica 29 Gennaio che BeerTravels ha organizzato presso Palestrina, uno dei borghi più caratteristici della provincia romana.
La visita del paese, dei siti storici più importanti, della casa del famoso compositore Pierluigi da Palestrina e un venticello tipico delle mattinate invernali hanno stuzzicato per bene l’appetito dei partecipanti, ma a saziare i primi languori ci hanno pensato i formaggi di Vincenzo Mancino di DOL (di origine laziale) che, in un’area della casa storica di Pierluigi da Palestrina, sono stati sapientemente accompagnati da una delle birre più particolari prodotte nel panorama italiano, la Rubus di Birra del Borgo.
La Rubus è una birra prodotta utilizzando una fermentazione spontanea, tramite l’aggiunta di birre acide a una base che è formata dalla Duchessa, una birra al farro, importante cavallo di battaglia del Birrificio del Borgo; la Rubus è una birra dal colore rosato, con una schiuma fine e non esagerata. Al profumo spicca notevolmente il lampone, ingrediente che è utilizzato abbondantemente nella produzione di questa birra, mentre al gusto, delle punte di acido, contrastano con il dolce del frutto di bosco. Una birra, fresca e molto gradevole che ho trovato perfetta in abbinamento con i formaggi acidi.
A seguire ci siamo spostati alla Taberna, locale ufficiale della Birra del Borgo situato in pieno centro storico a Palestrina e curato in ogni minimo dettaglio da Marco Valente e tutto il suo staff.
Abbiamo iniziato il pranzo con una sorpresa, in altre parole la Scik Pils, la nuova birra del Borgo ispirata al classico stile cieco delle Pils. Una birra semplice, pulita, con un bel colore brillante e un bel cappello di schiuma; fresca, dissetante e amara al punto giusto com’è giusto che sia una pilsner fatta come si deve; nel complesso, anche se non sono un amante del luppolo, posso dire che è una birra veramente ben fatta, in più Alfredo Colangelo, direttamente dallo staff del Borgo, ci ha svelato che la Scik Pils è un esempio della voglia che hanno di iniziare a ”giocare” un po’ con le birre a bassa fermentazione, quindi a breve potremo aspettarci altre interessanti novità.lSubito dopo, siamo entrati nel pieno del pranzo, con un classico della Taberna, ravioli al luppolo con ripieno di cipolla caramellata e ricotta, guarniti con semi di zucca abbinati alla Hoppy Cat.
Per i ravioli potrei usare decine di parole per descriverveli, ma sarebbe inutile, non riuscirei mai a raccontarvi la bontà e la delicatezza che Marco è riuscito a mettere insieme in un piatto del genere: Il leggero amaro dell’impasto, con il dolce/salato della cipolla risultano eccezionali, e ovviamente anche la birra che li accompagnava è stata una birra eccezionale.
La Hoppy Cat è una cascadian dark ale, o dark ale, o dark ipa, o “birra da paura”, come giustamente commentava un commensale. E' una birra profumatissima, grazie all’uso dei luppoli da aroma, ma anche amara, a causa dei malti tostati utilizzati; una birra che senza scherzare potrebbe dare tranquillamente dipendenza, con quei profumi e sapori di agrumato e tostato che si mescolano alla perfezione e il corpo snello che la rende beverina.Dopo “l’imbriacatura” di luppolo siamo passati a un piatto più impegnativo, ma da un sapore più intenso, in altre parole lo stinco di maiale cotto nella My Antonia, con contorno di patate in pastella di Enkir.
Croccante fuori, e tenero dentro, con quella punta di amaro dato dalla My Antonia (la Imperial Pils del Borgo) lo stinco preparato dai cuochi della Taberna non aveva nulla da invidiare a gli stichi che ho assaggiato in Germania o in Repubblica Ceca, e se poi consideriamo le croccanti patate insaporite dalla pastella alla Enkir (altra birra prodotta dal Borgo) possiamo dire che lo stinco era superlativo, considerando che qualcuno è arrivato a mangiarsene anche uno e mezzo direi che ha avuto decisamente sucesso..
Per un piatto robusto ci voleva una birra robusta, e non poteva essere fatta scelta migliore, poiché come abbinamento è stata scelta la Ducale, altro grande classico del Birrificio del Borgo; una birra dal colore marrone scuro, una bella schiuma, forti sentori di malto e lievito che non stonano insieme ai sui 8,5 gradi alcolici; un corpo robusto degno di una classica belgian ale.
Per finire, Marco ci ha coccolati con un dolce veramente ottimo, un fagottino di pasta fillo ripieno di cioccolato e pere, così delicato e morbido da sciogliersi i bocca.
Con il fagottino è stato abbinato un altro grande classico del Borgo, ovvero la Ketoreporte, unica esemplare di porter al tabacco in Italia. La Ketoreporter è una birra scura e impenetrabile, con una schiuma ferma e compatta, al naso spiccano sentori di affumicato, cacao, caffè tostato, tutti ritrovati poi nel gusto, dove in più, in fondo in fondo, percepiamo il classico aroma di tabacco da sigaro.Complimenti quindi a Birra del Borgo e a tutto lo staff, per le loro birre sempre ottime, e mai banali, ma complimenti soprattutto a Marco e a tutto lo staff della Taberna, che in questa gita fuoriporta ci hanno saputo coccolare prendendoci per la gola.
Simone Reggi